di Rossella Gemma
Un incremento del 25% del tasso di allattamento esclusivo a 3 mesi dal parto grazie al tele-supporto ai genitori rispetto ad un’assistenza standard e può avere un effetto positivo anche fino ai 6 mesi è il dato rilevato da uno studio recente. Lo sviluppo delle telecomunicazioni negli ultimi 150 anni è stato impressionante, sia per quanto riguarda gli strumenti (“devices”), che per il tipo di connettività e, durante la pandemia Covid-19, l’utilizzo della telemedicina è esploso.
Sulla base di queste esperienze, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha realizzato e diffuso una Position Statement sul Tele-supporto all’Allattamento, coordinata dal dott. Riccardo Davanzo, Presidente della Commissione Allattamento della Società Italiana di Neonatologia (COMASIN). Nel documento la SIN ha, innanzitutto, evidenziato la grandissima efficacia, in termini di promozione e sostegno all’allattamento, dell’uso di queste nuove tecnologie in campo medico e ne ha identificato e descritto i requisiti, esaminando le relative normative.
La SIN ha condotto una ricerca qualitativa secondo la metodologia del Focus Group, su un campione di infermieri e medici delle Neonatologie italiane, mostrando come, pur risultando più difficile la comunicazione fra operatori sanitari e mamme, il tele-supporto all’allattamento è apprezzato dalle famiglie, consentendo anche un’auspicata partecipazione dei padri in misura maggiore, rispetto alle usuali consulenze in presenza. Il personale sanitario durante la pandemia ha svolto questa attività negli ospedali ancora una volta con impegno e dedizione personali, potendo, raramente, contare su un’adeguata organizzazione aziendale, che fornisse i devices necessari e una specifica formazione.
Nonostante nel 2022 siano stati emanati dei decreti legislativi sulla telemedicina e il PNRR stesso riconosca alla telemedicina un ruolo centrale nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, le esperienze di tele-supporto all’allattamento, una volta passata l’emergenza pandemica, in assenza di un progetto preciso, si sono, purtroppo, fermate in gran parte delle strutture sanitarie, disconoscendo il grande valore che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) attribuisce agli interventi preventivi nell’area della salute materno-infantile.
“Uno studio scozzese, pubblicato pochi giorni fa, ha confermato un’ennesima volta come l’allattamento al seno, migliorando lo stato di salute della popolazione pediatrica e riducendo l’accesso alle cure mediche, di fatto abbassa i costi sanitari”, ha commentato il Dott. Davanzo.
La SIN sottolinea come in questa situazione il semplice contatto telefonico con l’utente resti la prima modalità di supporto all’allattamento, che può consentire un triage per la programmazione di una videochiamata di supporto con operatori sanitari adeguatamente formati, quando non sia possibile avere una consulenza in presenza o comunque in tempi brevi. “Le visite di supporto all’allattamento in presenza dovrebbero rappresentare l’effetto di una efficiente selezione compiuta via smartphone o computer e dovrebbero essere organizzate dalle Aziende Sanitarie in integrazione fra ospedale e strutture territoriali”, conclude Luigi Orfeo, Presidente SIN.